domenica 6 marzo 2016

ROMA - SANTA MARIA DEL PRIORATO E LA VILLA DEI CAVALIERI DI MALTA CON I GIARDINI




 La chiesa è opera unica di Giambattista Piranesi. Ha una navata centrale con cappelle laterali è caratterizzata da una facciata quasi a picco su via Marmorata, a causa dello stretto sagrato. Da un punto di vista figurativo, la trabeazione ed il timpano sono sostenuti da due coppie di lesene. Ognuna di esse reca un anello in bassorilievo con una spada corta (gladio) e termina con un capitello costituito da una coppia di sfingi alate contrapposte, tra le quali è inserita una torre. Tra le lesene ed il portale vediamo un disco solare con una doppia pigna ed un cartiglio con l'iscrizioe FERT (Fortitudo ejus Rhodum tenuit). Nella splendida controfacciata campeggia la finestra centrale che fa da contrappunto all'oculo



L'altare è opera di Tommaso Righi, allievo del Piranesi. E' composto da tre strati. Su quello superiore si eleva la statua di San Basilio in gloria.


Il giardino ha forma di labirinto che simboleggia il cammino iniziatico interiore. Le quinte alberate del viale di fronte all'ingresso, sapientemente sagomate, formano una galleria che converge verso la cupola di San Pietro, visibile in lontananza.


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Giambattista Piranesi una volta sola, in tutta la sua vita, fu chiamato a dirigere un cantiere. Nel novembre 1764, il gran priore Giovan Battista Rezzonico, cardinale veneziano e nipote di Clemente XIII, gli affidò l'incarico di sistemare sul colle Aventino l'intera zona di proprietà del Sovrano Ordine di Malta: la villa conventuale, i giardini e la chiesa di Santa Maria del Priorato. Questa, all'epoca, era una modesta costruzione rinascimentale, come appare, tra le vigne, in un dipinto del 1736 di Gaspar van Wittel. Le sue origini risalivano però, come Santa Maria Aventina, al X secolo, e coincidevano con la nascita di una abbazia benedettina dedicata a san Basilio di Cappadocia. Nel XII secolo, il monastero passò ai Templari e, all'inizio del Trecento, ai Cavalieri di Rodi, poi di Malta.



Affiancato dal capomastro Pelosini, Piranesi rafforzò i terrapieni dei giardini e risistemò la villa, costruita nel Cinquecento e sopraelevata nel Seicento. Poi consolidò le fondazioni della chiesa, rialzò i muri laterali e ristabilì la volta. Egli trasformò la chiesetta cinquecentesca in un edificio che rappresenta un capolavoro e una svolta straordinaria nella storia e nel gusto della architettura religiosa. All'esterno, Piranesi mascherò la misera facciata incrostata di marmo e travertino sotto un originalissimo rivestimento bianco, geometricamente lineare, nella tecnica a "stiacciato" degli antichi rilievi imperiali e delle colonne romane. L'interno, a una sola navata, fu interamente rivestito di candidi stucchi, una miscela ben dosata di calce e polvere di marmo, disegnati da Piranesi ed eseguiti dal romano Tommaso Righi che, alcuni anni dopo, fu chiamato in Polonia a lavorare per re Stanislao Augusto. Il risultato è una totale e fantasiosa trasfigurazione, in senso evocativo e celebrativo, della costruzione preesistente.  

Le pareti non sono più una semplice architettura, ma una collezione di ornamenti, una meditazione sull'antico, nella quale Piranesi dispiegò tutta la sua curiosità di erudito e di collezionista antiquario. Non contento del repertorio greco-romano, egli interrogava l'Egiziano e l'Etrusco. Non soltanto per il piacere di fantasticare. Nei rilievi indecifrabili e misteriosi, l'artista decolora e scompone il mondo classico, esalta il frammentario e il discontinuo, lacera e sfrangia il tempio, rende incompiuta la memoria.

Fra il barocco morente ed il neoclassico nascente, percorre Santa Maria del Priorato un brivido cheè già preromantico, il rimpianto di un mondo perduto. L'artista non lo aveva chiesto, ma ottenne il privilegio di essere sepolto nella chiesa. Morì il 9 novembre 1778, a cinquantotto anni, dopo avere rifiutato le cure dei medici. Costretto a letto, si faceva portare i rami delle incisioni, perché considerava il riposo indegno di un figlio di Roma.  





ESTERNO DELLA CHIESA

























1)Monumento funebre di Giambattista Piranesi, opera di Giuseppe Angelini

2)Memoria funebre del Gran Maestro Galeazzo di Thun e Holtenstein

3)Sepolcro di fra Bartolomeo Carafa, decapitato innocente dai Colonna nel 1405

4)L'altare maggiore con la statua di San Basilio in gloria tra gli angeli

5)Sepolcro del Gran Maestro Riccardo Caracciolo

6)Sepolcro del cardinale Gioacchino F. Portocarrero

LA VILLA





















INTERNO DELLA CHIESA







Statua di Giovambattista Piranesi

Lo scultore Giuseppe Angelini, suo allievo, ha raffigurato il maestro in un atteggiamento pensoso, sobriamente avvolto nella toga quirite.  


PANORAMI













In lontananza si vede la cupola di San Pietro

I GIARDINI






Vista della chiesa di Sant'Anselmo













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