lunedì 29 maggio 2017

ROMA - Villa Farnesina - La spettacolare dimora di Agostino Chigi a Trastevere





 

L'ESTERNO ED I GIARDINI

 

 

LA LOGGIA DI GALATEA 

LOGGIA DI PSICHE 

































Il convegno degli dei




Il banchetto degli dei
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martedì 9 maggio 2017

LAZIO - ABBAZIA DI FARFA




L'abbazia fu fondata nel 680, sui resti di una più antica basilica devastata dai Longobardi nel secolo VI, per opera di Tommaso di Maurienne, con l'aiuto del duca di Spoleto Faroaldo II e di papa Giovanni VII. Grazie alla sua posizione strategica, venne protetta dai Longobardi e dai Franchi; Carlo Magno volle che passasse alle dirette dipendenze della sua amministrazione. Dopo un periodo di splendore sotto i Carolingi, che raggiunse il suo punto più alto nella prima metà del secolo IX con l'abate Sicardo (830 - 841), nell'891 venne assalita dai Saraceni. Dopo avere resistito per 7 anni agli attacchi, l'abate decise l'abbandono del monastero, mandando alcuni monaci a Roma, altri a Rieti, e conducendo i restanti nella Marca Fermana, dove fondò il paese di Santa Vittoria in Matenano, nelle Marche. Il monastero fu occupato dai saraceni, i quali ne fecero la base delle loro scorrerie.  Il successore Raffredo, allorché scomparve la minaccia saracena, ritornò a Farfa, che trovò in completa rovina.

Con la discesa di Ottone in Italia nel 967, l'abbazia riebbe una relativa unità e riprese vita grazie alla riforma cluniacense e all'opera dell'abate Ugo (99? - 1039).   Egli organizzò la vita monastica e non trascurò gli edifici abbaziali, dove si svolgevano complesse cerimonie liturgiche secondo l'uso cluniacense. Sotto il suo successore, Berardo I, Gregorio da Catino scrisse il celebre Regesto, il Chronicon, il Largitorio e il Floriger; sorse con lui il famoso scriptorium che produsse i codici dalla caratteristica lettera maiuscola. L'abbazia partecipò alle contese politiche, lottando contro i signori romani, e in particolare, i Crescenzi, per difendere la sua libertà. Favorita da Enrico IV e Enrico V, appoggiò la politica imperiale durante la lotta per le investiture in contrasto con i papi. Con il concordato di Worms (1122) e il conseguente ritorno sotto la giurisdizione papale, l'abbazia vide diminuita la sua importanza politica ed economica, perché spesso i pontefici avocarono alle loro finanze le risorse dell'abbazia, i cui conti venivano controllati da amministratori pontifici o da altri abati vicari.










VISTA DALL'ESTERNO



























L'INTERNO






















IL BORGO










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