Sul luogo dove, secondo la leggenda, fu sepolto il santo, venne eretta una "cella memoriae" che Costantino trasformò in una piccola basilica, consacrata nel 324 da Silvestro I. Ricostruita da Valentiniano II, Teodosio e Arcadio, venne riconsacrata da Siricio (390) e terminata nel 395 sotto l'imperatore Onorio. A partire dal secolo VIII, divenne un piccolo stato monastico feudale, con un piccolo borgo addossato all'abbazia che, fortificata da Giovanni VIII, prese il nome di Giovannopoli e venne abitato fino al terremoto del 1348, che fece crollare il campanile. La chiesa si arricchì di opere d'arte nel XIII secolo, quando vi lavorarono Pietro Cavallini e Arnolfo di Cambio, e nel secolo XV, quando vi lavorarono Benozzo Gozzoli e Antoniazzo Romano. Sotto Sisto V furono rifatti i soffitti lignei e fu demolito il Presbiterio; Benedetto XIII fece eseguire un ulteriore restauro. Il 15 e 16 luglio 1823, un tremendo incendio distrusse la basilica, salvo il transetto e l'arco santo. Bocciato il progetto del Valadier, si decise di riedificare il tempio secondo le dimensioni e la forma originale. Nel 1840, Gregorio XVI consacrò il transetto e nel 1854 Pio IX consacrò l'intera basilica. Autore del piano definitivo fu Pasquale Belli (1825 - 1833), coadiuvato da Pietro Bosio, Pietro Camporese il Giovane e Andrea Alippi; a Luigi Poletti (1833 - 69) si devono la facciata, il campanile ed il lato sinistro con il portico. A Virginio Vespignani risale il portico principale (1890 - 92), modificato poi da Guglielmo Calderini.
La basilica è divisa in cinque navate, di cui la mediana si impone per la maestosa ampiezza e presenta un transetto continuo e poco sporgente e quattro cappelle ai lati dell'abside. Il soffitto a lacunari fu rifatto in stile cinquecentesco da Pio IX.
ESTERNO DELLA BASILICA
Porta Paolina
Vista dal Chiostro
INTERNO DELLA BASILICA
Il mosaico absidale
CHIOSTRO
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