lunedì 14 dicembre 2015

ANAGNI E LO SCHIAFFO A BONIFACIO VIII

 

Un poco di storia!

L'abitato, di aspetto medioevale, è nel luogo della antica Anagnia, la più importante città del popolo ernico, fortificata con mura ciclopiche, che la leggenda vuole fosse una delle antiche sedi laziali fondate dal dio Saturno. Conquistata dai Romani nel 306 a.C. e ridotta prima a prefettura e poi a municipio, mantenne a lungo la sua importanza per la sua posizione a dominio della valle del Sacco. Sono pochi, ma importanti, i resti della cinta muraria di età romana in opera quadrata (fine II secolo a.C.); più numerosi gli avanzi di ville sul territorio. Alla fine del secolo VIII passò dalla amministrazione ravennate a quella pontificia. Comune dal secolo XII, fu agitato da fazioni, finchè si affermò la signoria dei Caetani. Fu frequente soggiorno di papi, tra cui Bonifacio VIII, di cui è famoso l'episodio della cattura. L'abitato ebbe a soffrire da terremoti e da saccheggi. E' patria dei pontefici Gregorio IX (1227-41), Alessandro IV (1254-61), Bonifacio VIII (1294.1303). I suoi primi vescovi certi sono Felice e Fortunato (secoli V e VI). Urbano II (1088) le incorporò la diocesi di Trevi. E' sede vescovile immediatamente soggetta alla Santa Sede. 
 
Il 7 settembre 1303 Bonifacio VIII fu catturato nel suo palazzo, dopo che aveva deciso di promulgare la definitiva scomunica contro Filippo il Bello, re di Francia. L'azione fu compiuta da Nogaret, Sciarra Colonna e Rinaldo da Fenestrino; leggendario è lo schiaffo dato da Sciarra al papa. Due giorni dopo gli anagnini insorti liberarono il papa, che fu poi condotto a Roma dove morì l'11 ottobre 1303.
 


Cattedrale di Santa Maria Annunziata

La costruzione della cattedrale risale agli anni 1072 - 1104 per volere del vescovo Pietro da Salerno e, secondo la leggenda, per la munificenza dell'Imperatore d'Oriente Michele VII. Ad Anagni soggiornarono frequentemente i pontefici, soprattutto nei secoli XII e XIII e sovente la cattedrale fu sede di importanti fatti storici, come il Pactum Anagninum.  Il trattato, firmato dai legati dell'imperatore Federico Barbarossa con papa Alessandro  III, dopo la sconfitta di Legnano (1176), l'elezione di papa Innocenzo IV nel 1243 e le canonizzazioni di sant'Edoardo, re di Inghilterra (1161), san Bernardo di Chiaravalle (1174) e santa Chiara di Assisi (1255).  In essa  furono anche comminate le scomuniche all'antipapa Vittore IV e all'imperatore Federico Barbarossa (1160), la seconda scomunica a Federico II (1239) e poi a suo figlio Manfredi (1254)).   


Palazzo di Bonifacio VIII

Fu costruito da Gregorio IX (dei Conti di Segni) che vi ospitò Federico II nel 1230. Successivamente vi abitò anche Alessandro IV, della stessa famiglia e nel 1295 il palazzo passò ai Gaetani. Presenta un grande loggiato a due archi e bifore sulla fronte ed è sostenuto sul retro da alte arcate.



LA CATTEDRALE E IL CAMPAN ILE





















































INTERNO DELLA CATTEDRALE

 
 
 
 
 
 
 

 
 
 
 









Sedia episcopale e candelabro

 
 

LA CRIPTA

 
 
 


La Vergine orante



 

 

PALAZZO DI BONIFACIO VIII

 
 
 
 
 








































VISTE VARIE

 
 
 
 
 







 
 
 
 

UNO SGUARDO AI MONTI CIRCOSTANTI





















Vedere anche:

 
LAZIO - ABBAZIA DI CASAMARI


LE MURA POLIGONALI DI ALATRI


mercoledì 18 novembre 2015

LAZIO - ABBAZIA DI CASAMARI

CENNI STORICI

L'abbazia di Casamari è situata nel territorio di Veroli, in provincia di Frosinone, a 300 metri di altezza, sopra una collina rocciosa che degrada dolcemente verso il torrente Amaseno.

Agli albori del secondo millennio, alcuni ecclesiastici di Veroli diedero inizio alla costruzione di una chiesa dedicata ai santi Giovanni e Paolo, con l'intento di costituire una comunità monastica. L'abate Giovanni, del vicino monastero di San Giovanni, concesse a quattro di loro l'abito: nasceva così la prima comunità benedettina di Casamari. 


I monaci benedettini costruirono un monastero con una chiesa di modeste dimensioni che fu ampliata nella metà dell'XI secolo. In quel periodo, l'abbazia conobbe un notevole sviluppo, attestato dalle numerose donazioni. Agli inizi del XII secolo conobbe però una grave crisi economica per il venir meno dell'economia curtense e l'affermarsi di quella commerciale; inoltre la riforma gregoriana aveva prodotto anche un forte disorientamento dal punto di vista religioso.


Nel frattempo in Europa conosceva una grande espansione l'Ordine cistercense, la cui spiritualità raggiungeva anche l'Italia, grazie a Bernardo di Clairvaux.    Molti monasteri benedettini richiedevano l'incorporazione nell'Ordine cistercense, protetto anche dai pontefici, perché garantiva fedeltà e devozione. Tra il 1140 ed il 1152, per iniziativa dello stesso Bernardo di Clairvaux, Casamari fu incorporata all'Ordine di Citeaux. I monaci benedettini furono, così, sostituiti dai cistercensi, i quali divennero subito molto popolari per per l'impostazione di vita improntata a semplicità, povertà e austerità.


Tra la fine del XII secolo e l'inizio del successivo iniziò la costruzione dell'attuale convento, secondo la planimetria tipica dell'Ordine cistercense. Nel 1203, il papa Innocenzo III benedisse la ptima pietra della chiesa; terminati i lavori, la chiesa fu solennemente consacrata da Onorio III e deicata ai Santi Giovanni e Paolo e alla Vergine Assunta.

Nella seconda metà del XIV secolo, l'affermarsi delle monarchie in Europa, la cattività avignonese (1305 - 1377) ed il grande scisma d'Occidente (1378 - 1417) determinarono una crisi generale delle istituzioni ecclesiastiche che coinvolse anche gli Ordini religiosi. Le abbazie cistercensi, che si erano affermate al tempo dei Comuni, come espressione di una forte idealità democratica e di una profonda esemplificazione di vita cristiana, persero la loro vitalità sociale ed il loro prestigio spirituale.


Agli inizi del 1400, il il monastero subì ingenti danni a causa di funesti eventi bellici. Inoltre nel 1430 Martino V istituì una commenda a favore del nipote, il cardinale Prospero Colonna. La comunità ecclesiastica perse così il possesso dei propri beni terrieri, i cui frutti andavano al "commendatario".  


LA CHIESA























IL CHIOSTRO

















AULA CAPITOLARE





REFETTORIO








VISTA DALL'ALTO












VISTE VARIE









Veduta da ovest

ABBAZIA DI VALVISCIOLO


Sulle tracce dei Templari: fra l’Agro Pontino e i Monti Lepini ci sono luoghi in cui riecheggia ancora la testimonianza del passaggio degli antichi monaci guerrieri, e della complessa simbologia che hanno tramandato attraverso l’arte sacra. Il nostro itinerario oggi inizia dall’Abbazia di Valvisciolo, che sorge sulla cosiddetta Valle dell’Usignolo, ai piedi del Monte Corvino, nelle vicinanze del borgo di Sermoneta. Questa imponente Abbazia cistercense, che risale al XIII secolo, è ancora oggi la sede dei monaci templari in versione 2.0. Un luogo avvolto nel silenzio da cui si sprigiona un fascino arcano, specialmente se si osservano attentamente i simboli incisi fra i capitelli delle bifore nel chiostro e nelle sale interne che affacciano sul chiostro stesso. All’occhio più attento non sfuggono il Sacro Graal, il Nodo di Salomone, la Croce Patente, la Triplice Cinta, la Rosa Mistica e il Fiore dell’Apocalisse: un vasto “campionario” della simbologia sacra dell’Ordine del Tempio, riconducibile ad un percorso di conoscenza mistico e spirituale.

I Templari fecero dell’Abbazia di Valvisciolo una loro base importante, si stima fra il XIII e il XIV secolo: ne è prova la croce templare scolpita sulla sinistra nell’oculo centrale del rosone, all’entrata della chiesa dedicata ai santi Pietro e Stefano. In realtà le origini di questo luogo sacro sono molto più antiche, e risalgono all’VIII secolo, quando qui arrivarono alcuni monaci greci e costruirono una prima abbazia, poi ricostruita successivamente nel XIII secolo proprio dai Cavalieri Templari, al ritorno dalle Crociate. Che l’Abbazia di Valvisciolo sia uno dei luoghi più legati ai Templari lo dimostra anche la presenza, in questo luogo sacro e misterioso, del quadrato magico conosciuto come “Sator”, di origine latina ma ripreso proprio dai Templari.

 

Si tratta di un quadrato che è composto da cinque parole: Sator, Arepo, Tenet, Opera e Rotas le quali, se sovrapposte, formano un palindromo, cioè una frase sempre identica in qualsiasi direzione venga letta. Dall’Abbazia dirigiamoci ora verso il borgo di Sermoneta, noto anche come la città dei Templari. Il meraviglioso borgo medievale, ricco di chiese, botteghe e forni artigianali, in realtà sorge su quello che doveva essere un insediamento risalente addirittura all’età preistorica. Anche a Sermoneta il passaggio dei Templari ha lasciato tracce interessanti: uno degli esempi più eclatanti è nella Cattedrale di Santa Maria Assunta, del XII secolo, che con il suo meraviglioso campanile romanico sorge dove precedentemente era stato eretto un tempio dedicato a Cibele, la Grande Madre che presiedeva alle forze della natura e all’energia femminile.

Ebbene, su un pilastro della Cattedrale è incisa una croce Tau: la tau templare, a tre braccia. Il Tau, ultima lettera dell’alfabeto ebraico, simboleggia il compimento della Creazione: gli scudieri Templari avevano una Tau rossa sul mantello, icona sacra che si trasformava poi nella Croce Patente nel momento in cui passavano al grado di Cavaliere. Il borgo di Sermoneta è dominato dal Castello Caetani, dove fra i vari personaggi che vi transitarono ci furono anche il Valentino e Lucrezia Borgia. Le origini del castello affondano nel XIII secolo e sono legate, in incipit, alla famiglia Annibaldi. Proseguendo da Sermoneta verso la cittadella medievale di Bassiano (famosa per il suo prosciutto), ecco un'altra testimonianza dei Templari:  la Grotta di Selvascura, detta anche Grotta dei Templari: è una caverna naturale, la cui forma rievoca quasi un rettangolo, dove si rifugiarono i Francescani in fuga dopo la scomunica di Papa Giovanni XXII e i Cavalieri Templari provenienti proprio dall'Abbazia di Valvisciolo. 




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